Il titolo del Meeting 2023 è un invito a scoprire o a riscoprire l’amicizia nel suo significato profondo, nella sua forza generativa, nelle sue origini e nelle sue prospettive per l’esistenza di ogni uomo e per la costruzione di una nuova
socialità.
L’amicizia è da sempre al centro del desiderio del cuore umano; essa è un dono che nessuno può pretendere.
Quanto più è grande la consapevolezza di non poter rispondere personalmente alle esigenze fondamentali di felicità, verità, giustizia e amore, tanto più potente emerge il desiderio di una relazione di amicizia autentica.
Nell’esperienza dell’incapacità e della solitudine, l’uomo avverte infatti il bisogno di un’apertura che lo spinge ad una relazione con gli altri, alla ricerca della realizzazione di sé.
A questo proposito don Luigi Giussani ne Il Senso Religioso scrive: “Se si guarda un uomo, una donna, un amico, un passante senza che echeggi in noi il riverbero di quella domanda, di quella sete di destino che lo costituisce, il nostro non sarebbe un rapporto umano, e tanto meno potrebbe essere un rapporto amoroso a qualunque livello: non rispetterebbe infatti la dignità dell’altro, non sarebbe adeguato alla dimensione umana dell’altro. Quella struttura di domanda non è generata da un mio volere, mi è data. Perciò prima della solitudine sta la compagnia, che abbraccia la mia solitudine, per cui essa non è più solitudine ma di richiamo alla compagnia nascosta”.
Perché allora si dice che l’esistenza umana “è” un’amicizia inesauribile? Nell’esperienza cristiana l’amicizia è offerta da chi ha la pretesa di essere la risposta a quelle stesse domande di compimento che da sempre abitano il cuore dell’uomo. È un’amicizia che viene donata gratuitamente all’uomo per aprire l’orizzonte di una felicità che diventa raggiungibile, di una verità che diventa tangibile, di una giustizia che diventa sperimentabile, di un amore che non
ha fine. Questa amicizia è inesauribile perché inesauribile è la sua fonte.
Non si tratta quindi di un privilegio ma di un dono, che porta alla condivisione, che cerca di incontrare l’altro nei suoi bisogni e nelle sue attese più profonde, che genera relazioni e luoghi dove il singolo “io” si sente legato all’ “io” degli altri, così da far emergere un “noi” saldamente ancorato nella coscienza del singolo.
Proprio per questa ragione la diffusione di questa amicizia nella storia, il suo allargarsi, potremmo dire per cerchi concentrici nelle società delle diverse epoche fino ad oggi, ha creato e crea opere, iniziative culturali e sociali, movimenti orientati al bene comune.
Il Meeting stesso è nato da una amicizia e continua a scommettere tuttora sulla relazione con l’altro, sapendo che questa relazione è un invito al dialogo, alla condivisione di conoscenze e di esperienze di vita, in una dinamica di reciprocità
che può diventare un’amicizia che dura nel tempo, dall’amicizia fra singole persone fino all’amicizia fra popoli. In un contesto come quello attuale, dove imperversa la guerra e la violenza, il dialogo è infatti l’unica strada possibile per l’uomo per tornare a riconoscere che l’altro è un bene e a desiderare e a lavorare per la pace.
Ogni amicizia vera è una profezia per la pace, è una promessa che è possibile vivere insieme senza che le differenze e le diversità diventino un’obiezione o un ostacolo: le diversità alimentano e sostengono invece proprio la comune
ricerca del bene e del vero. E così si rafforza e si rende sempre più creativo il legame fra gli uomini, superando inimicizie e indifferenze con una reciprocità che si rigenera incessantemente, istante dopo istante, senza fine.
socialità.
L’amicizia è da sempre al centro del desiderio del cuore umano; essa è un dono che nessuno può pretendere.
Quanto più è grande la consapevolezza di non poter rispondere personalmente alle esigenze fondamentali di felicità, verità, giustizia e amore, tanto più potente emerge il desiderio di una relazione di amicizia autentica.
Nell’esperienza dell’incapacità e della solitudine, l’uomo avverte infatti il bisogno di un’apertura che lo spinge ad una relazione con gli altri, alla ricerca della realizzazione di sé.
A questo proposito don Luigi Giussani ne Il Senso Religioso scrive: “Se si guarda un uomo, una donna, un amico, un passante senza che echeggi in noi il riverbero di quella domanda, di quella sete di destino che lo costituisce, il nostro non sarebbe un rapporto umano, e tanto meno potrebbe essere un rapporto amoroso a qualunque livello: non rispetterebbe infatti la dignità dell’altro, non sarebbe adeguato alla dimensione umana dell’altro. Quella struttura di domanda non è generata da un mio volere, mi è data. Perciò prima della solitudine sta la compagnia, che abbraccia la mia solitudine, per cui essa non è più solitudine ma di richiamo alla compagnia nascosta”.
Perché allora si dice che l’esistenza umana “è” un’amicizia inesauribile? Nell’esperienza cristiana l’amicizia è offerta da chi ha la pretesa di essere la risposta a quelle stesse domande di compimento che da sempre abitano il cuore dell’uomo. È un’amicizia che viene donata gratuitamente all’uomo per aprire l’orizzonte di una felicità che diventa raggiungibile, di una verità che diventa tangibile, di una giustizia che diventa sperimentabile, di un amore che non
ha fine. Questa amicizia è inesauribile perché inesauribile è la sua fonte.
Non si tratta quindi di un privilegio ma di un dono, che porta alla condivisione, che cerca di incontrare l’altro nei suoi bisogni e nelle sue attese più profonde, che genera relazioni e luoghi dove il singolo “io” si sente legato all’ “io” degli altri, così da far emergere un “noi” saldamente ancorato nella coscienza del singolo.
Proprio per questa ragione la diffusione di questa amicizia nella storia, il suo allargarsi, potremmo dire per cerchi concentrici nelle società delle diverse epoche fino ad oggi, ha creato e crea opere, iniziative culturali e sociali, movimenti orientati al bene comune.
Il Meeting stesso è nato da una amicizia e continua a scommettere tuttora sulla relazione con l’altro, sapendo che questa relazione è un invito al dialogo, alla condivisione di conoscenze e di esperienze di vita, in una dinamica di reciprocità
che può diventare un’amicizia che dura nel tempo, dall’amicizia fra singole persone fino all’amicizia fra popoli. In un contesto come quello attuale, dove imperversa la guerra e la violenza, il dialogo è infatti l’unica strada possibile per l’uomo per tornare a riconoscere che l’altro è un bene e a desiderare e a lavorare per la pace.
Ogni amicizia vera è una profezia per la pace, è una promessa che è possibile vivere insieme senza che le differenze e le diversità diventino un’obiezione o un ostacolo: le diversità alimentano e sostengono invece proprio la comune
ricerca del bene e del vero. E così si rafforza e si rende sempre più creativo il legame fra gli uomini, superando inimicizie e indifferenze con una reciprocità che si rigenera incessantemente, istante dopo istante, senza fine.
https://www.meetingrimini.org/edizioni/edizione-2023/
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