26.7.11

Cina, l’impossibile dialogo?


19 maggio 2010
Cina, l’impossibile dialogo?
Incontro con padre Bernardo Cervellera, direttore di Asianews


Intervista con Padre Cervellera direttore della rivista Asianews.
di Enrico Leonardi

“Ma allora la Cina è vicina?” Riprendendo un vecchio slogan degli anni Sessanta del XX secolo, il preside della Scuola V. Bachelet, Rosario Mazzeo, esprime la domanda che tutti vorrebbero porre. Cina, curiosità e timore: ecco il nostro atteggiamento di Occidentali verso questo immenso pianeta, misterioso e inquietante, la cui presenza incombe sempre di più al nostro orizzonte. 

La serata del 19 maggio, organizzata da molti Centri culturali della Martesana, assieme al nascente Centro di Cernusco che ha il suo `battesimo", è intensa, vibra di partecipazione e di ascolto intelligente. Di fronte a noi, all'Auditorium "Maggioni", una delle autorità indiscusse a livello mondiale sulle questioni cinesi: Padre Bernardo Cervellera, missionario del PIME, direttore dell'agenzia www.asianews.it. Padre Bernardo è stato docente all'Università di Pechino, la Cina è nel suo cuore fin da quando ha cominciato la propria missione. 

Lo intervista Maurizio Vitali: acutamente gli pone la prima domanda sui 400 anni di Padre Matteo Ricci "uomo vicino al cuore dei Cinesi” missionario gesuita e scienziato alla corte dell'Imperatore, di Pechino.
Questa, che potrebbe apparire come un digressione rispetto al tema principale, ci porta invece al cuore del problema: nell'incontro con una cultura così diversa ("impossibile dialogo?) Padre Ricci dapprima si fa "Cinese con i Cinesi", imparandone la lingua, le tradizioni, la cultura; ma poi porta loro in dono tutto il proprio sapere, geografico, astronomico, tecnologico, e tutta la propria fede in Cristo, fino a fondare una comunità cristiana di 500 convertiti.

“E' pensabile oggi questo ponte tra culture, tra Occidente e Oriente?" chiede, ancora Vitali. "Oggi la Cina riscuote un grande e unanime successo", risponde Padre Cervellera, "ha una crescita economica inarrestabile; le Olimpiadi di Pechino, l'Expo 2010 di Shangai rilanciano nel mondo la sua immagine tecnologica ammirata da tutti... ma che tipo di successo è, dove si fonda? Per l'oligarchia del Partito Comunista al potere, l'individuo è un numero in mano al Partito, che stabilisce perfino quanti figli potrà avere, o utilizza nell’edificare i palazzi olimpici migliaia di operai per poi deportarli letteralmente fuori dalla città, come “offesa alla bellezza”.
Le parole sensibili: Tien An Men, diritti umani, Tibet, democrazia, sono inaccessibili in Internet; anzi chi le digita viene controllato. I capi parlano di "società armonica", ma poi ogni anno scoppiano 100.000 rivolte sociali (descritte nel gergo del Partito come "incidenti di massa"). In questo materialismo brutalmente dominante c'è una sorpresa stupefacente: da oltre 20 anni si assiste in Cina ad una fiorente rinascita religiosa, originata dalla nausea per una vita comunista prima, consumista poi, in cui si vive per acquistare la lavatrice, il videoregistratore e il frigorifero... La "sete di Dio" affolla i templi buddisti e taoisti; pur nelle strette di controlli asfissianti, anche la Chiesa cattolica vede ogni anno 150mila adulti chiedere il Battesimo. Si calcola che circa 500 milioni di Cinesi siano in qualche modo credenti, e questo dopo decenni di ateismo coatto.

Numerosissime le domande dei presenti, che manifestano da ultimo la propria gratitudine a padre Bernardo per la sua appassionata testimonianza.

Articolo pubblicato su L’Aquilone – giugno 2010 pag.23

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