28.2.21

Michela, la foodblogger che porta i santi su Instagram

Michela Vitantonio è il volto dietro a Mani di Pasta Frolla: un blog di cucina, un profilo Instagram e una pagina Facebook che raccontano le storie dei santi e della tradizione cristiana attraverso buonissime ricette. Provare per credere! L’abbiamo incontrata, virtualmente, a San Giovanni in Persiceto, dove vive col marito e le sue mille passioni, per farci raccontare come ha portato i santi su Instagram.


Michela, com’è nata la tua passione per la cucina?

Se soltanto qualche anno fa mi avessero detto che avrei aperto un blog di cucina, non ci avrei mai creduto. Questa passione è nata pian piano dopo il mio matrimonio. Mio marito, bolognese, mi chiedeva di provare a cucinare piatti della sua tradizione, che io, molisana, non conoscevo. Così, provando e riprovando, ho imparato meglio a cucinare e sperimentare nuove ricette è diventata proprio una passione.

Com’è successo che sei sbarcata su internet e sui social?

All’inizio mi piaceva pubblicare le foto dei miei piatti sui social, così, come fanno tutti. Se guardo quelle foto adesso mi metto le mani nei capelli! Poi alcuni amici, seguendo il mio profilo, hanno cominciato a chiamarmi foodblogger, anche se ancora un blog non ce l’avevo. Mi sono domandata a lungo se valesse la pena aprirlo o meno, visto il gran numero di blog e profili social sul tema. Ma poi ho pensato che uno in più non avrebbe fatto la differenza. Così a gennaio 2019 è nato il mio blog “Mani di pasta frolla”.

Quindi adesso hai un blog, un profilo Instragram e una pagina Facebook.

Sì, “Mani di Pasta Frolla” ha appena compiuto due anni. Ho cominciato in maniera molto amatoriale, poi la scorsa estate ho studiato un po’ di personal branding e ho identificato la mia nicchia di pubblico che mi segue e sto imparando a rivolgermi direttamente a loro. Oggi ho fatto anche una diretta Instagram!

Il sottotitolo del tuo blog incuriosisce: “Un santo al giorno toglie la fame di torno”. Cosa c’entrano i santi e la fede con la cucina?

Qualche anno fa mi sono imbattuta in un libro, Santa Pietanza, che racconta delle tradizioni gastronomiche legate al culto dei santi nella storia e nella cultura italiana. Alcune ricette sono state proprio inventate dai santi. Mi ha molto incuriosito e ho cominciato a provarle e a presentarle sui miei canali, raccontando di volta in volta la tradizione o la leggenda che sta dietro ciascuna ricetta. Per esempio, una figura cui sono molto affezionata è Santa Ildegarda di Bingen, una monaca dai mille talenti: profetessa, erborista, farmacista e musicista sono soltanto alcune delle sue passioni. È bello poter parlare anche di fede attraverso una propria passione.

La fede è un punto importante della tua vita?

Sì. Sono cresciuta in una famiglia cristiana. Fin da bambina ho fatto vita di parrocchia, i sacramenti, ecc… Ma il punto di svolta è stato l’incontro, attraverso Facebook, con alcune persone, che sono diventate poi amici, che mi hanno fatto conoscere il rito tridentino (il rito in vigore prima del Concilio Vaticano II, che tra le altre cose prevede l’uso del latino durante la celebrazione). Questo incontro mi ha aperto un mondo e così anche le mie passioni hanno preso una direzione più “antica”.

Cioè?

Mi piace definirmi una “medievalista”.Il Medioevo è un periodo storico bistrattato: viene dipinto come il periodo buio, mentre è stato pieno di luce sotto molti aspetti; quello della cultura gastronomica è soltanto un esempio. Propongo spesso piatti di questo periodo: più una ricetta è antica e semplice, più mi piace. Un’altra forma d’arte che mi appassiona è il canto antico, il gregoriano legato alla tradizione sacra.  Ho ricevuto una formazione artistica che ancora pervade tutte le mie passioni.

Passioni per il passato?

No, anzi! C’è una citazione del santo Cardinal Newman che ho scoperto in un romanzo (Il risveglio della signorina Prima, ndr): “Credono di avere nostalgia del passato, ma in realtà hanno nostalgia del futuro”. Quando l’ho letta sono rimasta folgorata perché è esattamente quello che ho provato io la prima volta che sono entrata a una messa in rito antico. Non ho una passione per il passato in quanto tale, ma per il Mistero che il passato ci trasmette attraverso la tradizione e che è presente ora. Nel rito tridentino antico siamo più attratti alla contemplazione del Mistero, anche se non comprendiamo ciò che viene proclamato in latino, lingua per molti di noi ormai "arcana".  Ciò sottolinea che nell'Eucaristia quanto accade non dipende da noi. Ed è un Mistero presente che ritrovo nel lavoro che faccio.

(intervista a cura di Francesca)

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