Il viaggio nel Mediterraneo e la nuova missione
A Newman fu
proposto di accompagnare l’amico Richard Hurrell Froude, ammalato, in un
viaggio nei paesi del Mediterraneo, dal clima più dolce e tiepido della fredda
e piovosa Inghilterra. Egli accettò volentieri questa occasione unica, avendo
lasciato con dispiacere il suo posto di tutor all’Oriel College. Il
Mediterraneo lo affascinava fin dai tempi della giovinezza, quando aveva
immaginato quei luoghi leggendo i poemi omerici, le avventure dei crociati e i
viaggi di Marco Polo.
Ora poté ammirare con i suoi occhi le città
fortificate, i lussureggianti giardini e visitare le isole famose (Zacinto,
Itaca…). Quanti ricordi degli antichi eroi, che avevano riempito la sua
fantasia da fanciullo… La visita più struggente fu quella ad un grande tempio
su una collina della Grecia: provocò nel suo animo uno strano piacere pieno del
rammarico che una tale bellezza fosse stata costruita per Dei pagani…Ma
soprattutto visitò l’Italia, poté vedere le funzioni della Chiesa cattolica e
fu impressionato dalla grande fede popolare.
Raccontando
queste meraviglie, Newman scrisse molte lettere, e spesso anche poesie a tema religioso, a lode
di Cristo e della Chiesa, nella speranza di aiutare le persone ad amare di più
Gesù e la Chiesa in Inghilterra.
In questo viaggio
però capitò anche una cosa drammatica. Mentre era in Sicilia Newman si ammalò
di una grave infezione, potenzialmente mortale. Il medico e il suo affezionato
servitore temevano per lui; ma John Henry mostrava una grande forza interiore.
Egli infatti nei colloqui con il suo Grande Amico nelle lunghe ore della
malattia, aveva intuito che Dio aveva in serbo per lui un compito importante al
suo ritorno in patria: lavorare per il rinnovamento spirituale della Chiesa
Anglicana. Dunque era convinto che per poter fare la volontà di Dio non poteva
certo morire.
Appena si fu rimesso, affrontò il viaggio di ritorno. Questo fu un periodo di grande riflessione, in cui scrisse la famosa preghiera in versi, chiamata “CONDUCIMI O LUCE GENTILE”, che è poi stata musicata e ancora oggi viene cantata nei conventi dei frati Filippini.
Ritornato in
patria, con grande energia si diede anima e corpo alla missione di riformare la
Chiesa Anglicana con l’aiuto dei suoi amici. Erano ormai trecento anni che essa
aveva preso il posto di quella cattolica e molte chiese prima cattoliche erano
divenute anglicane. Il passaggio della
suprema autorità dal Papa, rappresentante di Cristo sulla terra, al sovrano,
con i suoi interessi di potere, aveva comportato l’indebolirsi di molti
insegnamenti della Chiesa cattolica, perchè le direttive del re perché erano
più importanti. Questo causava la diminuzione della fede del popolo e Newman lo notava con dispiacere.
Alla Scoperta di Newman n.5 – Continua – Vai al numero 4
Nessun commento:
Posta un commento